Ecco il nuovo Codice degli Appalti
Subito operativo il criterio di aggiudicazione con l’offerta economicamente più vantaggiosa, il divieto di appalto integrato, il limite del 30% al subappalto e la cancellazione dell’incentivo 2% ai progettisti interni alla Pubblica Amministrazione.
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Per altre norme, come la qualificazione di imprese e Stazioni Appaltanti e il dèbat public bisognerà attendere le linee guida dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) che faranno da base di riferimento per i decreti attuativi utili alla regolamentazione di dettaglio dei diversi settori. Per evitare vuoti normativi è stata prevista una fase transitoria in cui il vecchio Regolamento attuativo resterà in vigore e verrà abrogato man mano che tutte le norme diventeranno operative.
Il testo definitivo ha recepito alcune indicazioni del parere parlamentare e ne ha tralasciate altre. Rispetto alla versione iniziale è stato inserito, ad esempio, il tetto del 30% al subappalto, ma non è stato previsto il riferimento obbligatorio al DM Parametri né sono state abbassate le soglie per il massimo ribasso e la procedura negoziata, che sono rimaste ferme a un milione di euro.
Alla base della riforma c’è la qualità della progettazione delle opere pubbliche. Col nuovo Codice, infatti, ad andare in gara sarà il progetto esecutivo. In questo modo si dovrebbero evitare imprevisti, ritardi e aumenti nei costi di realizzazione.